Misure correttive alla società informatica che gestisce l’applicazione per la consultazione dei referti online
“Le aziende sanitarie devono mettere in atto tutte le misure tecniche e organizzative necessarie per evitare l’accesso ai dati dei pazienti da parte di personale medico e infermieristico, non coinvolto nel processo di cura”. Lo ha ribadito il Garante privacy nel sanzionare due Asl della Regione Friuli-Venezia Giulia. L’Autorità inoltre ha ordinato l’adozione di misure correttive alla società informatica che gestisce l’applicazione per la consultazione dei referti online.
Dai controlli effettuati sono emerse diverse violazioni del Regolamento europeo. L’accesso al dossier sanitario avveniva attraverso sistemi che, non essendo stati correttamente configurati, consentivano a tutti coloro che prestavano servizio nelle due Asl (e in tutte quelle della Regione) di acquisire informazioni su qualsiasi paziente presente o non presente nelle due strutture sanitarie.
Il Garante ha accertato in uno dei casi esaminati che la configurazione del dossier aveva reso possibile al personale sanitario, che operava presso l’Azienda, di accedere senza restrizioni anche al dossier sanitario dei colleghi. Non solo: il sistema consentiva agli operatori sanitari di una casa circondariale di accedere ai dossier sanitari di tutti i pazienti dell’Asl, non soltanto a quelli dei detenuti. Con le “Linee guida in materia di Dossier sanitario” del giugno 2015 il Garante ha invece stabilito che il titolare del trattamento deve porre particolare attenzione nell’individuazione dei profili di autorizzazione, adottando modalità tecniche di autenticazione al dossier che rispecchino le casistiche di accesso” proprie di ciascuna struttura”.
Il Garante privacy ha poi accertato ulteriori illeciti imputabili alla società che gestisce l’applicativo per la gestione del dossier sanitario, tra cui la mancata predisposizione di un sistema di alert, volti ad individuare comportamenti anomali o a rischio relativi alle operazioni eseguite dai soggetti autorizzati al trattamento (es. numero degli accessi eseguiti, tipologia o ambito temporale degli stessi).
L’Autorità, tenendo conto della collaborazione offerta nel corso delle istruttorie anche per sanare i problemi rilevati, ha comminato ad una Asl una sanzione di €50.000 e all’altra una di €70.000.
Ha, inoltre, concesso 60 giorni alla società informatica per mettere in atto interventi correttivi all’applicativo in grado di garantire ’un’adeguata sicurezza e integrità dei dati personali e scongiurare accessi non consentiti.
(Dalla newsletter n. 493/2022 del Notiziario del Garante per la Protezione dei Dati Personali)
Anno 8, n° 34, 30 settembre 2022
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