È stato pubblicato in GU Serie Generale n. 131 del 7-6-2016 il Decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 24 maggio 2016, che interviene rispetto alle previsioni dell’articolo 34, comma 3, del nuovo codice appalti (decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50).
Il Decreto disciplina, per le categorie di forniture ed affidamenti non connessi agli usi finali di energia, un aumento progressivo della percentuale del 50% del valore a base d’asta al quale è obbligatorio applicare le specifiche tecniche e le clausole contrattuali dei criteri ambientali minimi (CAM).
I CAM sono strumenti operativi emanati in questi anni per conformarsi alle previsioni del Piano d’Azione nazionale sugli acquisti verdi pubblici (PAN GPP ex D.lgs. 135/08 come modificato dal DM 10 aprile 2013).
La rapidità con cui il Decreto è stato emanato è un’ulteriore conferma della volontà del Governo di procedere con questo approccio, pionieristico rispetto agli altri Stati Membri ed alla stessa Commissione europea, che ad oggi si limita ad includere il GPP tra le azioni volontarie delle PA per contribuire al completamento del percorso verso l’economia circolare (Piano d’azione per l’economia circolare COM(2015) 614).
Sulla base di questa scelta l’Italia potrebbe avere entro il 2020 un sistema di public procurement integralmente permeato dalle valutazioni relative alla sostenibilità ambientale.
Ricordiamo che Acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement) è definito dalla Commissione europea come “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
Si tratta di uno strumento di politica ambientale volontario che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica. Le autorità pubbliche che intraprendono azioni di GPP si impegnano sia a razionalizzare acquisti e consumi che ad incrementare la qualità ambientale delle proprie forniture ed affidamenti.
In particolare, il DM del 24 maggio cita i seguenti affidamenti:
a) servizi di pulizia, anche laddove resi in appalti di global service, e forniture di prodotti per l’igiene, quali detergenti per le pulizie ordinarie, straordinarie;
b) servizi di gestione del verde pubblico e forniture di ammendanti, piante ornamentali e impianti di irrigazione;
c) servizi di gestione dei rifiuti urbani;
d) forniture di articoli di arredo urbano;
e) forniture di carta in risme e carta grafica.
Rispetto alle tipologie di appalto inizialmente citate al Comma 2 dell’articolo 18 della L. 221/2015, l’elenco non include la fornitura di cartucce toner e a getto di inchiostro, i prodotti tessili e gli arredi per ufficio, oltre alla ristorazione collettiva e derrate alimentari.
Per quest’ultima vi è un riferimento specifico all’articolo 144 del D.lgs. 50/2016, mentre per le altre si possono avanzare due ipotesi:
1. il mercato di riferimento non è in condizione di mettere a disposizione un quantitativo di prodotti eco-sostenibili sufficiente a superare le attuali previsioni,
2. il Ministero si riserva l’emanazione di un ulteriore atto normativo nel breve periodo.