La problematica di sicurezza più importante è come raggiungere e soccorrere un lavoratore isolato in caso di infortunio o incidente
la pandemia causata dal COVID-19 ha prodotto un incremento dei casi di lavoro in isolamento: per limitare, infatti, il rischio di esposizione si tende a far lavorare il personale lontano da altri colleghi o in turni differenti.
Il concetto di isolamento va inteso in termini di:
1. posizione rispetto al contesto in cui si opera, ad esempio addetti al pedaggio autostradale, macchinisti ferroviari, autotrasportatori,
2. organizzazione della propria attività lavorativa, ad esempio addetti al telelavoro,
3. cause esterne, ad esempio il protrarsi oltre il normale orario di lavoro,
4. posizione territoriale, ad esempio l’estensione di un sito o di un campus industriale (addetti al controllo del funzionamento di impianti a ciclo continuo),
5. situazioni peculiari come il turno notturno, (addetti alle guardianie), oppure un luogo remoto o di difficile accesso (tecnici di pronto intervento per servizi di pubblica utilità).
Inoltre, Il lavoro in solitudine può provocare una specie di disagio, riconducibile, soprattutto a percezioni e sensazioni che ogni individuo percepisce in modo differente se in presenza o meno di altri soggetti. Il lavoratore isolato è impegnato, quindi, a svolgere la propria attività senza la presenza fisica di altre persone attorno a sé, in una condizione che può diventare pericolosa qualora, in caso di necessità, non sia possibile il soccorso. Ne consegue che la problematica di sicurezza più importante è come raggiungere e soccorrere un lavoratore isolato in condizioni critiche, in caso di infortunio o incidente. A tal proposito si evidenzia che il decreto interministeriale del 30 novembre 2012 cita espressamente i “lavori in solitudine” richiamando l’art 15, comma 1 del D.Lgs. n. 81/2008 in merito alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in generale. Il decreto medesimo nel successivo art. 17 tratta della valutazione dei rischi in base al tipo di attività, esamina, inoltre, le responsabilità del datore di lavoro per la gestione delle emergenze. Nello specifico, a mente dell’articolo 43, il datore di lavoro organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza, ed è tenuto ad istituire un modello organizzativo aziendale, protocolli e procedure di sicurezza, per essere in grado di interfacciarsi con le strutture di pronto intervento in caso di emergenza. Nell’articolo 45 si specificano le misure da adottare in materia di primo soccorso; in particolare le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio sono individuati dal decreto ministeriale 15 luglio 2003, n. 388.
Il comma 5 del decreto suddetto fa riferimento esplicito ai lavoratori in luoghi isolati:
”Nelle aziende o unità produttive che hanno lavoratori che prestano la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale o unità produttiva, il datore di lavoro è tenuto a fornire loro il pacchetto di medicazione di cui all’allegato 2, che fa parte del presente decreto, ed un mezzo di comunicazione idoneo per raccordarsi con l’azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale.”
È evidente, in tale disposizione, l’obbligo per il datore di lavoro nei confronti dei lavoratori che si trovano in luoghi isolati di fornire, tra l’altro, un mezzo di comunicazione idoneo per contattare un referente in azienda al fine di attivare la macchina dei soccorsi. Il decreto non fornisce dettagli sul mezzo di comunicazione idoneo, che non può essere sbrigativamente individuato nel cellulare: basti pensare al caso in cui il lavoratore non sia in condizioni di utilizzarlo. È, invece, essenziale adottare un modello organizzativo aziendale che faccia fronte alle situazioni di rischio ed emergenza che possono scaturire dal lavoro in isolamento, e, in particolare:
1. individuare le mansioni del lavoratore isolato e darne evidenza nel DVR,
2. valutarne correttamente i rischi,
3. formare adeguatamente il lavoratore,
4. redigere un piano di emergenza specifico,
5. raccordare tutti i documenti sulla salute e sicurezza,
6. scegliere un idoneo sistema di comunicazione.
Anno 7, n° 28, 26 marzo 2021
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